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  >  Vivere la natura   >  vivere la montagna   >  Notte al Rifugio Re Alberto con bambini: sotto le stelle della Val di Fassa
papà e figlio in rifugio alpino sulle dolomiti

Raggiungere un rifugio alpino a 2600 mt e dormire sotto le stelle con bambini nel cuore delle Dolomiti è nella bucket list di tutti gli amanti della montagna. Se poi alla notte in rifugio si aggiungono: trekking di 4 ore, cena tipica, pernottamento spartano e risveglio alle prime luci dell’alba l’esperienza diventa magica. Ecco i dettagli della nostra escursione di due giorni con un bambino di 6 anni al rifugio Re Alberto I, in Val di Fassa. Una notte al Rifugio Re Alberto I° con bambini è consigliata a tutti quelli che vogliono vivere in famiglia un’avventura da veri viaggiatori e non da semplici turisti.

Tutti possono sognare di dormire al Rifugio Re Alberto I con i propri bambini, ma per trasformare questo sogno in realtà bisogna valutare prima tutti i dettagli. E’ sempre bene informarsi prima di intraprendere qualsiasi escursione soprattutto in montagna. Bisogna studiare i percorsi, valutare i tempi, conoscersi e conoscere il proprio figlio. Altrimenti l’esperienza rischia di risultare spiacevole. Le parole d’ordine, come per ogni escursione in montagna che si rispetti, sono: “mai improvvisare”.

Prima di partire per una notte al Rifugio Re Alberto I°

rifugio alpino sulle dolomiti

Se volete prenotare ed vivere un’esperienza come quella di trascorrere una notte al Rifugio Re Alberto con bambini, bisogna considerare che ogni rifugio e ogni bambino ha caratteristiche proprie. Bisogna tener conto prima di tutto delle capacità del bambino: resistenza fisica, adattabilità a nuove situazioni (imprevisti ed avversità inclusi) e abitudini quotidiane. E’ meglio evitare di fare questa esperienza se si stanca facilmente a camminare, se non ha mai fatto trekking impegnativi, se non sa adattarsi a dormire in luoghi spartani, se soffre di vertigini. Non disperate: sulle Dolomiti esistono rifugi più semplici da raggiungere (ecco la lista dei più bei rifugi della Val di Fassa dove dormire con bambini). Per dormire al Rifugio Re Alberto con i bambini, vi consigliamo di portarli almeno a 6 anni. Lui è un grande amante dei trekking in montagna e delle esperienze in alta quota. Assecondando la sua passione l’abbiamo allenato anno dopo anno, un po’ alla volta.

Dormire in rifugio con bambini: informazioni utili

Le informazioni utili che vi diamo qui sono date tenendo conto del fatto che quest’escursione con notte in rifugio è stata intrapresa con un bambino di 6 anni. Quindi i tempi di percorrenza sono dilatati e più lunghi del normale.

TEMPO DI PERCORRENZA: 3 ore e mezza senza soste (andata)

DISLIVELLO: 621 mt

CARATTERISTICHE: sentiero facile in quota dal Ciampedie al Gardeccia, leggermente più impegnativo fino al Rifugio Vajolet, sentiero in parte attrezzato nell’ultimo tratto fino al Rifugio Re Alberto I

POSTI DI RISTORO: Rifugio Ciampedie – Baita Enrosadira – Rifugio Gardeccia – Rifugio Stella Alpina – Rifugio Vajolet – Rifugio Preuss

Come arrivare al Rifugio Re Alberto e dove parcheggiare

  • Località di partenza: Vigo di Fassa, Funivia Catinaccio
  • Parcheggio: a pagamento adiacente alla partenza della funivia, oppure gratuito dopo il primo

Al Rifugio Re Alberto I si può arrivare sia partendo da Nuova Levante (in Alto Adige), sia partendo dalla Val di Fassa (con la funivia da Vigo di Fassa, oppure con le seggiovie Vajolet 1 e 2 che partono dalla località Pera di Fassa). Noi siamo partiti la mattina molto presto prendendo la funivia Catinaccio a Vigo di Fassa che in 3 minuti collega il paese di Vigo alla località Ciampedie a 2000 mt.

Dal Ciampedie al Rifugio Vajolet: un trekking adatto a tutti

Siamo partiti la mattina presto, iniziando il nostro trekking dalla stazione di arrivo della funivia Catinaccio (località Vigo di Fassa). Abbiamo percorso prima il facile sentiero n.540 che dalla funivia Ciampedie porta alla vallata del Gardeccia (45 min). Dopo una breve sosta con un bicchiere di succo di sambuco alla Baita Enrosadira, abbiamo percorso il famoso sentiero n.546 che porta al Rifugio Vajolet e al Rifugio Paul Preuss (2.243 mt – 1 ora e mezza circa). Questo è uno dei sentieri panoramicamente più belli di questa Valle. La sua bellezza sta nel fatto che si può ammirare l’imponenza delle Dolomiti salendo lentamente verso cime maestose, che sembrano sempre più vicine e raggiungibili, ma in realtà accessibili solo a veri esperti.

Il Gruppo montuoso del Catinaccio: dove si trova il Rifugio Re Alberto I

Il gruppo montuoso del Catinaccio è senza dubbio uno dei luoghi più famosi delle Dolomiti trentine. E’ conosciuto anche col nome tedesco Rosengarten (giardino delle Rose) grazie alla famosa leggenda di Re Laurino che si dice vivesse proprio tra queste montagne. Si tratta di un grande gruppo montuoso che si estende tra la Val di Fassa, la Val d’Ega e la Valle di Tires, sul confine tra le province di Trento e Bolzano. La facilità nel raggiungere queste montagne le rende accessibili ad escursionisti di ogni livello ed età. Tra le cime più famose del Massiccio ci sono: l’Antermoia, la cima più alta, le mitiche Torri del Vajolet, la Roda di Vael, le cime del Principe e moltissime altre mete che sono il sogno degli alpinisti di tutto il mondo. Il gruppo del Catinaccio, come tutte le montagne, va preso seriamente e bisogna tener conto sempre delle condizioni atmosferiche, della difficoltà del sentiero, di avere le attrezzature adatte e delle proprie capacità prima di avventurarsi alla sua scoperta in alta quota.

Dal Ciampedie al Rifugio Vajolet: un trekking adatto a tutti

Siamo partiti la mattina presto, iniziando il nostro trekking partendo dall’arrivo della funivia Catinaccio (località Vigo di Fassa). Abbiamo percorso prima il facile sentiero n.540 che dalla funivia Ciampedie porta alla vallata del Gardeccia (45 min). Qui, dopo una sosta con un bicchiere di succo di sambuco alla Baita Enrosadira, abbiamo intrapreso il sentiero n.546 del Vajolet: una ripida strada sterrata che porta all’omonimo Rifugio e al Rifugio Paul Preuss (2.243 mt – 1 ora e mezza circa). Per noi questo è uno dei sentieri panoramici più belli della Val di Fassa. Salendo lentamente verso cime maestose si può ammirare l’imponenza delle Dolomiti che sembrano sempre più vicine e raggiungibili, ma in realtà accessibili solo ad esperti. Sul gruppo del Catinaccio, come tutte le montagne, bisogna tener conto sempre delle condizioni atmosferiche, della difficoltà del sentiero, di avere le attrezzature adatte e delle proprie capacità prima di salire in alta quota.

Dal Rifugio Vajolet al Rifugio Re Alberto Primo: un sentiero in parte attrezzato

Con alle spalle i Rifugi Vajolet e Preuss abbiamo proseguito per il breve ma ripido sentiero n.542 di ghiaia e piccole rocce. All’inizio la targa “sentiero per escursionisti esperti” avvisa che bisogna prepararsi ad affrontare un percorso impegnativo con 380 mt di dislivello in 1 solo km. È una bella arrampicata su roccette e ghiaioni che richiede un minimo di esperienza e calzature adeguate. E’ definito in parte sentiero attrezzato perché nei passaggi più impervi c’è una fune di ferro per permettere ad adulti e bambini di superarli in sicurezza. Non è richiesta attrezzatura da ferrata, ma sicuramente un po’ di attenzione sì. Questo sentiero è anche l’unica possibilità di discesa dal rifugio re Alberto I°. Non fatevi ingannare dai turisti che in alta stagione intraprendono questo sentiero con abbigliamento non idoneo e magari con cagnolino in braccio. Ne abbiamo visti tornare indietro più di uno…

Il nostro parere sull’ultima parte di trekking

Trovo che sia perfetto e divertente per i bambini che vogliono passare ad un livello di difficoltà superiore ai semplici trekking. L’esperienza di tenersi attaccati per parte del sentiero in sicurezza alla corda metallica è stimolante e avventuroso. L’età minima per affrontare da soli questo percorso è almeno 6 o 7 anni perché in certi passaggi un bambino troppo piccolo non riuscirebbe fisicamente a superare gli ostacoli.

Una volta raggiunta la destinazione, il Rifugio Re Alberto 1°- Gartlhütte, la soddisfazione è tanta nel vedere svettare così da vicino le magnifiche tre torri del Vajolet: Delago, Stabeler e Winkler (conquistate dagli omonimi alpinisti alla fine dell’ ‘800).

Il Rifugio Re Alberto: uno dei più suggestivi della Val di Fassa

Come in tanti altri rifugi, anche qui la formula è la mezza pensione: cena entro le 19 con piatti tipici e coprifuoco alle 22. Queste sono regole fondamentali nel rispetto di chi si sveglia presto la mattina per raggiungere una vetta o per intraprendere un altro lungo viaggio.

L’esperienza della prima cena in rifugio di Filippo, in mezzo ad alpinisti e rudi escursionisti, è stata esilarante: era felice e fiero di sentirsi un piccolo uomo. Si è mangiato una porzione gigante di pappardelle al ragù, un secondo a base di polenta e goulash, e anche il dolce. La doccia calda è a gettoni e in comune come anche il bagno.

Le camere e la camerata al Rifugio Re Alberto

bambino in camerata in un rifugio alpino

 

Al Rifugio Re Alberto c’è la possibilità di dormire in camera da quattro, sei oppure in camerate da dodici. Quando le camere sono al completo rimane posto in una stanzetta angusta e spartana chiamata “pollinaio”: un sottotetto con una decina di materassi per terra, divisa dal corridoio tramite un semplice steccato in legno stile recinto. Per la gioia di nostro figlio il letto che ci aspettava era proprio all’interno del “pollinaio” in quanto le camerate erano piene. Scambiare quattro chiacchiere con i camerati e ascoltare le loro esperienze di viaggio tra le Dolomiti è stato arricchente e super divertente. Nessuna suite lussuosa per lui è valsa più di aver dormito nel “pollinaio” del Rifugio Re Alberto, tra veri uomini e scalatori che russavano rumorosamente.

Il Rifugio è di proprietà privata ed è gestito da Pallotta Valeria. E’ aperto solo nella stagione estiva: dal 18 Giugno al 4 Ottobre.

Contatti utili:

Dal Rifugio Re Alberto al Rifugio Passo Santner

Alla mattina, dopo che la sveglia è praticamente sancita dall’alba, quando scalatori e sportivi si alzano per fare colazione e per arrampicare le mitiche torri, abbiamo deciso di continuare e raggiungere a piedi il Rifugio Passo Santner e l’omonimo Passo a 2734 mt a pochi metri da un precipizio. La conquista della croce di vetta dopo soli 20 minuti di camminata è stata la ciliegina sulla torta della nostra avventura. Siamo poi ridiscesi per il sentiero di ghiaia nella maestosa conca del Gartl ai piedi delle Torri del Vajolet, dove abbiamo definitivamente salutato il Rifugio Re Alberto. Ripercorrendo a ritroso il sentiero 542 fino al Rifugio Vajolet dove ci siamo fermati a pranzo.

papà e figlio sulla croce di vetta

 

Qual è la stagione migliore per dormire in un rifugio con i bambini

Gran parte dei rifugi della Val di Fassa sono aperti solo d’estate, sicuramente è la stagione più idonea e con temperature meno rigide per fare un’esperienza in rifugio con i bambini. Nei tre mesi estivi è consigliato evitare il mese di Agosto perché quello più frequentato dai turisti, anche quelli meno attrezzati. L’unico problema estivo è rappresentato dal maltempo e dai grossi temporali che possono presentare un pericolo durante il trekking.

Quando prenotare per dormire al rifugio Re Alberto con i bambini

Abbiamo prenotato con largo anticipo, perché in piena estate i Rifugi delle Dolomiti ospitano moltissime persone ed è difficile trovare posto. Noi abbiamo dormito in Rifugio con un bambino nel mese di Luglio.

Cosa portare per una notte in rifugio con i bambini

  • il Passaporto delle Dolomiti (un economico modo per far camminare i bambini in montagna. Se non sapete cos’è il Passaporto delle Dolomiti scopritelo nel nostro articolo)
  • sacco lenzuolo
  • soldi contanti
  • borraccia
  • zainetto leggero
  • cambio
  • calzature idonee
  • k-way
  • torcia
  • coltellino

Al termine della nostra avventura, un’esperienza che rimarrà per molto tempo nei nostri cuori ma soprattutto in quello di nostro figlio, ci siamo promessi che ogni anno dovremo ripetere questa esperienza: dormire una notte in rifugio. Per ora siamo riusciti a mantenere la promessa: siamo riusciti a dormire in un rifugio storico della Val di Fassa e abbiamo vissuto l’esperienza di un’alba in malga dopo una notte in un altro meraviglioso Rifugio della valle.