
Se sognate una vacanza italiana in una meta suggestiva con mare cristallino e fascino mitologico, dovete scegliere Pantelleria. Qui si narra che Ulisse incontrò Calipso. Un’isola vulcanica e a prima vista ostile ai visitatori, ma che cela piscine naturali e laghi salati termali, dove nuotare con pesci tropicali, fare trekking tra colate laviche e degustare unicità enogastronomiche. Noi ci siamo stati in Giugno in vacanza in famiglia con due bambini di 6 e 12 anni e soggiornando in un dammuso, un alloggio tipico. Ecco cosa fare e cosa vedere a Pantelleria in una settimana.
L’isola di Pantelleria non è per tutti. Perché è un isola “scomoda”, non adatta a chi cerca una vacanza al mare con comfort e spiagge sabbiose da riviera. Ma può rivelarsi comunque una meta perfetta per famiglie che vogliono vivere un’esperienza sui generis. Per farvi capire meglio: è un’isola siciliana, ma molto diversa dal viaggio che abbiamo fatto in Sicilia occidentale con i bambini anni fa. Una cosa è certa: se riuscirete a cogliere l’essenza di questa meta chic e al contempo selvaggia, semplice ma ricercata ed esule, per le sue caratteristiche, dal turismo di massa, allora ve ne innamorerete!
Isola di Pantelleria: informazioni utili
Gli appellativi che le hanno dato sono diversi, ma quelli che più le si addicono sono: l’ombelico del Mediterraneo (per la posizione geografica in mezzo al Mar Mediterraneo, tra Sicilia e Tunisia) e la perla nera del Mediterraneo (per la sua natura vulcanica). Ma Pantelleria è anche un’isola tra storia e mito. Un’isola con idilliaci laghi salati, piscine naturali, grotte, trekking panoramici e cantine con prodotti unici, che crescono in un clima apparentemente ostile alla vegetazione. Per sapere se questa meta fa al caso vostro, ecco alcune informazioni utili prima di parlare di cosa fare e di cosa vedere a Pantelleria in una settimana.
Posizione geografica e caratteristiche morfologiche di Pantelleria
Pantelleria è un’isola siciliana in provincia di Trapani. Si trova nello Stretto di Sicilia, in mezzo al Mar Mediterraneo. Posta a 70 km dalle coste tunisine e a 85 km dalla Sicilia occidentale, è la parte italiana più vicina all’Africa. Non appartiene a nessun arcipelago. E’ chiamata la “perla nera” per la sua natura vulcanica, in quanto punta di un complesso vulcanico per un terzo emerso e, per i restanti due terzi, posto a 1200 metri sotto il livello del mare. L’80% dell’isola dal 2016 è Parco Nazionale, il primo della Sicilia.
Come arrivare a Pantelleria e come visitare l’isola
L’isola di Pantelleria è facilmente raggiungibile con voli low cost diretti dalle principali città italiane. Noi siamo partiti da Verona con Volotea e in poco più di un’ora di volo siamo atterrati nell’unico aeroporto pantesco. L’atterraggio non è sempre così semplice perché l’isola è spesso avvolta da una fitta nebbia.
Si può comunque arrivare anche via mare da Trapani con l’aliscafo, nel periodo estivo, o con il traghetto auto e passeggeri, nel resto dell’anno. I collegamenti sono assicurati dalla Società Navigazione Siciliana (ex Siremar/Tirrenia) e dalla compagnia Traghetti delle isole.
In entrambi i modi la raggiungiate, l’isola di Pantelleria a prima vista si presenterà con il suo paesaggio quasi lunare contraddistinto dal colore nero della roccia vulcanica, da una nebbiolina sporadica che aleggia nel cielo e dal suono del vento. Tutte queste caratteristiche la rendono molto suggestiva.
Per girare l’isola facilmente noi abbiamo noleggiato una piccola auto all’aeroporto. Abbiamo optato per una misura piccola per poter agevolmente girare e parcheggiare per le strade dell’isola.
L’isola pantesca tra mito e storia: cosa vedere oggi
Il mito di Ulisse
Secondo alcune interpretazioni dell’Odissea, Pantelleria sarebbe l’isola citata da Omero come dimora della dea del mare. Corrispondente ad Ogigia, per alcune caratteristiche descritte dal poeta greco, l’isola pantesca potrebbe essere il luogo in cui Ulisse naufragò e fu soccorso da Calipso. L’incontro sarebbe avvenuto nella grotta di Sataria, famosa oggi per le sorgenti termali all’interno.

Grotta di Sataria
La storia di Pantelleria
Pantelleria, oltre al mito, ha anche una storia antichissima. Fu abitata già nella preistoria dai Sesioti, che si insediarono nella zona tra Mursia e Cimillia, forse per la presenza dell’ossidiana, un vetro vulcanico che si forma dal rapido raffreddamento della lava. A testimonianza della presenza di questo antico popolo sono presenti sull’isola i Sesi: tombe multiple, realizzate con pietre a secco.
Nei secoli successivi Pantelleria, grazie alla sua posizione strategica al centro del Canale di Sicilia, fu conquistata prima dai Greci e poi dai Fenici. Questi ultimi fecero il porto, costruirono cisterne per la raccolta dell’acqua piovana per l’intensificazione dell’agricoltura, e iniziarono la coltivazione della vite ad alberello. Risale a questo periodo florido l’acropoli di San Marco e Santa Teresa. Fu poi la volta dei Romani che conquistarono Pantelleria nel 255 a.C. con il Console Tiberio Sempronio Longo e ci restarono fino al 217 a.C. Il nome dell’isola in quel periodo diventò Cossyra. Ci furono poi i vandali e anche i Bizantini, che arricchirono le abitazioni con i mosaici e inoltre gli Arabi che si insediarono su quest’isola per più di 400 anni, lasciando il segno maggiore.

Tipici dammusi
Dalle tecniche architettoniche (i tipici Dammusi), all’agricoltura, all’antico e affascinante nome Bent-el-Rion (figlia del vento).
Ci furono anche i Normanni, gli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi e i Borboni.
Infine nel 1860 fu annessa al Regno d’Italia e, durante la seconda guerra mondiale, dopo aver avuto un ruolo cruciale sul controllo del canale, fu bombardata dagli alleati.
Le zone archeologiche sono un museo diffuso a cielo aperto.
Per scoprire cosa vedere a Pantelleria risalente a periodi antichi ancora oggi, prenota qui il tour archeologico di Pantelleria
Cosa vedere a Pantelleria in sette giorni
La piscina naturale da non perdere
Un luogo dal nome mitologico da vedere a Pantelleria è il Laghetto delle Ondine. Una piscina naturale di acqua salata creata dall’acqua del mare, dove fare il bagno tra le onde che si infrangono sulle rocce vulcaniche, quando il mare è mosso. Qui si può arrivare sia via terra che via mare. Noi abbiamo preferito la prima percorrendo la strada dal centro di Pantelleria verso Khamma. Superate le indicazioni per Cala Cinque Denti, abbiamo preso via Spadillo verso il museo vulcanologico fino alla fine della strada. Qui c’è il parcheggio da dove parte il sentiero al “Laghetto delle Ondine”. Per arrivarci basta prendere la direzione opposta al faro. E’ sconsigliato fare il bagno in mare fuori dalla piscina, perché è una zona con forti correnti. Non ci sono cestini delle immondizie o punti di ristoro, quindi portate i rifiuti con voi e non lasciateli nell’ambiente.
Qui la mappa per arrivare al parcheggio di Punta Spadillo.
Il Lago di Venere: un parco termale a cielo aperto
Il lago (o specchio) di Venere è sicuramente uno dei luoghi più particolari da vedere a Pantelleria. Si tratta di un grande lago a forma di cuore che si è formato nel cratere di un antico vulcano spento. E’ termale perché alimentato da tre sorgenti di acqua sulfurea che sgorga dal sottosuolo, è balneabile e prendendo dell’argilla dal suo fondo permette di farsi dei fanghi benefici gratuitamente, in questo ecosistema unico a livello mondiale.
E’ vietato stendersi con gli asciugamani sulle rive di questo specchio d’acqua per non rovinare l’ecosistema del luogo, ma anche abbandonare rifiuti ed accendere fuochi.
Le regole a cui attenersi e la spiegazione dei benefici unici dei fanghi che si possono fare qui, le potete trovare presso un piccolo chiosco di legno vicino al parcheggio. Qui troverete un addetto del Parco Nazionale di Pantelleria.
Noi abbiamo mangiato vista lago nella Trattoria da Pina, che offre specialità siciliane all’ombra di grandi teli beige e palme.
Contatti della Trattoria da Pina
- indirizzo: via Lago,34
- telefono: 371 646 7059
Cosa vedere a Pantelleria: la Grotta dove Ulisse incontrò Calipso
Secondo la mitologia, nel suo peregrinare nel Mar Mediterraneo, Ulisse s’imbatté nell’isola in cui viveva Calipso, la dea del mare. Omero la soprannominò Ogigia, ma molto probabilmente dalle sue descrizioni si trattava di Pantelleria. Ulisse vi arrivò dopo essere scampato a Scilla e Cariddi, e vi rimase “intrappolato” per 7 lunghi anni a causa dell’innamoramento nei suoi confronti di Calipso che, invano, voleva tenerlo con sé promettendogli l’immortalità. Fu poi grazie ad Atena, che convinse Zeus, il re degli Dei, che Ulisse riuscì a ripartire da Ogigia e a tornare verso Itaca.
Oltre a questa leggenda, la grotta di Sataria è un luogo famoso anche per la presenza di sorgenti termali con acqua fino a 40° che viene fatta convogliare in due vasche, di cui una comunicante con il mare. E’ raggiungibile sia via mare che via terra, con una semplice scalinata in discesa dalla strada. E’ fatta di una base di mattoni e di una volta di pietra pomice. Deve il suo nome ai benefici delle sorgenti termali, perché “sataria” in greco significa “salute”. E’ situata lungo la costa Sud-Ovest dell’isola nella strada verso il paese di Sauri e l’accesso è gratuito.
Il paese di Scauri: una sosta da fare nell’isola
Durante un nostro giro dell’isola in barca in autonomia, abbiamo deciso di ormeggiare e fare una piccola sosta nel porto di Scauri. Un piccolo borgo marittimo poco frequentato di Pantelleria. Qui, ad appena 3 minuti a piedi dal porticciolo, c’è la gelateria migliori dell’isola: il Gelato di Ulisse. Ha anche una piccola terrazzina vista mare dove potete gustare un ottimo gelato artigianale fatto con prodotti locali (tra i gusti c’è anche il limoncello e perfino il gelato al cappero!).
Poco più in basso, ci siamo poi fermati a bere un caffè con vista sul porticciolo al Ristorante Altamarea, che offre anche specialità di pesce.
- Ristorante Altamarea
- Gelato di Ulisse
- U Friscu
Il piccolo borgo centro del borgo di Scauri è però parecchio più in alto rispetto al porto e, per raggiungerlo, bisogna fare una bella camminata in salita. Così abbiamo deciso di tornarci in macchina il giorno seguente e di pranzare qui dopo aver visitato alcune spiagge dell’isola. Abbiamo trovato un ottimo rapporto qualità/prezzo al ristorante U Friscu che offre specialità siciliane, di pesce e piatti salutari in un bellissimo ambiente. C’è anche un bel terrazzo all’aperto con ombra.
Le spiagge: quali vedere a Pantelleria
Come ripetuto più volte, a Pantelleria non ci sono vere e proprie spiagge. E non ne troverete nessuna di sabbia. Ci sono però tante calette meravigliose, alcune delle quali facilmente accessibili via terra.
Non dimenticate di mettere in valigia scarpette da scoglio, maschera e boccaglio perché qui sono indispensabili!
Cala Levante e Cala Tramontana
Le più famose e adatte anche a famiglie con bambini sono quelle di Cala Levante e Cala Tramontana nella costa Sud-Est. La prima ha un facile accesso al mare perché o fondali scendono gradatamente. Ci sono anche piattaforme sulle quali adagiare gli asciugamani e un bar per il ristoro. La seconda
Le due baie sono l’una di fronte all’altra e si può scegliere l’una o l’altra in base al vento e alla marea.
Qui la mappa con la posizione di Cala Levante.
Qui la mappa con la posizione di Cala Tramontana.
L’arco dell’elefante

Arco dell’Elefante
La “spiaggia” più simbolica è però senz’altro quella che si trova tra Cala Levante e Cala Tramontana, dove si trova l’Arco dell’Elefante, una formazione lavica che ha dato vita alla forma di un elefante sembra abbeverarsi con l’acqua del mare con la sua lunga proboscide. Qui l’accesso dalla strada lungo la quale si può parcheggiare, alla parte in cui ci si può stendere (più o meno) con gli asciugamani è facile e breve. I fondali sono bellissimi e ricchi di pesci colorati da vedere. Noi abbiamo visto (ma non toccato) anche una stella marina aggrappata alle rocce.
Qui a mappa con la posizione dell’Arco dell’Elefante.
Bue Marino
Tra le spiagge più particolari c’è sicuramente da annoverare quella del caletta del Bue Marino, con facile accesso dalla strada, un bar adiacente, scogli piatti ideali per stendersi a prendere il sole e alte scogliere a picco sul mare, ideale per qualche tuffo (dove il fondale lo permette. Ma vi basterà seguire i locali per non sbagliare).
Qui la mappa con la posizione della Caletta del Bue Marino.
L’unico lido attrezzato dell’isola con ombrelloni e lettini è Lido Shurhuq, ma è lungi dall’assomigliare ad una vera e propria spiaggia. E’ una terrazza formata da pedane in legno costruite sugli scogli, dove con scalette si può accedere facilmente al mare. Ovviamente l’area è a pagamento come anche le docce adiacenti. Ci sono anche un bar/ristorante e i bagni.
Le piscine termali di Gadir: assolutamente da vedere a Pantelleria!
Il luogo per noi più affascinante di tutta l’isola è stato Gadir. Dopo aver parcheggiato lungo la strada in discesa, in pochi passi siamo arrivati al piccolo porticciolo e poi alle vasche termali adiacenti al mare. Queste vasche artificiali con scalette ed eleganti pontili in legno, hanno un fondale basso ed acqua tiepida e sono perfette anche per bambini più piccoli che possono accedervi con i braccioli. All’interno delle vasche ci sono alcune sorgenti di acqua termale bollente che sgorga da piccole pozze. Di fronte al porto c’è un bar/ristorante dove ci siamo fermati solo a bere un caffè shakerato, però che offre anche tanti altri buoni piatti.
Mentre ci si fa un bagno benefico qui, si è attorniati da un paesaggio semi lunare con terrazzamenti con vigneti e abitazioni bianche, il cui colore contrasta con lo sfondo delle nere rocce vulcaniche. Gadir è un luogo così affascinante da attirare l’attenzione anche di personaggi famosi come Giorgio Armani che proprio qui si è costruito un piccolo villaggio di dammusi vista Mediterraneo.
Cosa fare a Pantelleria in una settimana
L’elenco su cosa fare e su cosa vedere a Pantelleria in una settimana sarebbe lunghissimo, ma noi abbiamo cercato di riportare qui ciò che abbiamo visto e provato personalmente. Abbiamo deciso di vivere l’isola un po’ alla giornata, che è il modo migliore, perché i nostri ritmi e i nostri itinerari quotidiani erano decisi in base al tempo e alla voglia di fare. Proprio perché di solito viaggiamo per lavoro e facciamo i travel blogger, in questi sette giorni di vacanza vera abbiamo deciso di goderceli appieno.
Cosa fare a Pantelleria: dormire in un dammuso
L’isola di Pantelleria è costellata da costruzioni architettoniche antichissime di origine araba con pareti esterne fatte di rocce vulcaniche e tetti bianchi a cupola: i dammusi. Nei nostri viaggi, se possibile, prediligiamo sempre soggiornare negli alloggi caratteristici del luogo (per esempio, nel nostro itinerario a Matera con bambini abbiamo dormito in un sasso). E, dopo aver dormito in un dammuso, vi consigliamo di aggiungere quest’esperienza nella lista delle cose da fare a Pantelleria in famiglia.
Noi, in particolare, abbiamo soggiornato ai Dammusi sotto Le Stelle, un complesso di 15 dammusi immerso in due ettari di un meraviglioso giardino di piante di cappero, palme, piante uccelli del paradiso e cactus giganti. Il resort ha un ottimo rapporto qualità/prezzo ed è dotato anche di una stupenda piscina comune vista mare al bordo della quale si possono degustare ottimi aperitivi siciliani serviti da Claudia, la proprietaria.
Il clima che si respira qui è lento e meraviglioso e, se si dorme con le finestre aperte, di notte sembra di essere cullati dal suono del vento.
Il nostro dammuso era dotato di due stanze da letto matrimoniali, bagno, piccola sala da pranzo con cucina e terrazza esterna con tavolo per mangiare e sdraio vista mare. I dammusi sono dotati anche di bbq, che noi abbiamo usato per cucinarci dell’ottimo pesce fresco preso nel vicino porto. Il resort dista 5 minuti d’auto dal centro del paese di Pantelleria e 20 minuti a piedi. Si trova a poca distanza anche dalla spiaggia del bue marino e dal laghetto delle ondine.
Specialità enogastronomiche pantesche: dove assaggiarle
La cucina pantesca è principalmente caratterizzata da piatti tipici siciliani, come arancini e piatti di pasta conditi in modo gustoso, personalizzati con specialità tipiche dell’isola. La pianta più diffusa a Pantelleria è quella del cappero, che costituisce una delle fonti primarie dell’agricoltura locale. Il cappero pantesco è unico nel suo genere, perché cresce in un terreno vulcanico in un territorio in cui le piogge sono scarse e la brezza marina è una costante. Si possono vedere piante di cappero anche nelle scogliere a picco sfidare la natura più impervia.
- Cappero, fiore, cucuncio
- Cucunci
- Arancino
- Bacio Pantesco
Il dolce tipico dell’isola è formato da due specialità siciliane unite in un connubio perfetto: cialde croccanti di pastella fritta e ricotta di pecora (uno dei pochi animali allevati a Pantelleria). Da questi due semplici ingredienti nasce il bacio pantesco, che ha una storia super romantica.
Degustazione di passito di Pantelleria in cantina: ecco dove
Un’altra specialità pantesca da non perdere è il passito a Denominazione di Origine Controllata (DOC) dal 1971, un tempo noto come Moscato passito di Pantelleria, che può essere prodotto solo nell’Isola di Pantelleria. Questo vino liquoroso, chiamato anche “l’oro di Pantelleria”, non è da non confondere con il passito liquoroso DOC ed è prodotto qui da oltre duemila anni, quando nel 200 a.C. il generale cartaginese Magone descriveva la produzione di questa bevanda.
Il nostro consiglio è quello di degustarlo in una delle cantine dell’isola con una piccola visita ad una delle tipiche realtà: un’esperienza autentica e suggestiva che noi abbiamo vissuto in famiglia. La visita ad una (o più) cantina di Pantelleria, consente di esplorare i caratteristici e particolari vigneti di uva Zibibbo, ascoltare di persona i racconti dei vignaioli con i loro antichi saperi tramandati e di apprendere i processi di vinificazione e appassimento delle uve al sole.
Noi siamo stati alla cantina Basile, prenotando telefonicamente visita e degustazione con vini, passiti e moscati di Pantelleria, in abbinamento a cibi tipici panteschi, immersi nell’entroterra dell’isola. L’esperienza è stata unica e rilassante e ci ha permesso di respirare un’atmosfera lenta e mediterranea. Se programmate una vacanza qui segnatevela assolutamente nella lista di cosa fare a Pantelleria.
Contatti della Cantina Basile
- indirizzo: C.da Bukkuram S. Michele
- telefono: 0923 917205, +39 333/6592553
Tour in barca: ecco cosa fare e cosa vedere a Pantelleria
A Pantelleria non ci sono spiagge sabbiose o grandi stabilimenti balneari. Le “spiagge” sono in realtà piccole calette rocciose, alcune delle quali con difficile o addirittura impossibile accesso via terra, senza ombrelloni o zone d’ombra (tutte tranne una). Quindi abbiamo scelto di andare alla scoperta di quelle accessibili solo via mare, con un tour in barca in autonomia. Per noleggiare al porto di Pantelleria una piccola imbarcazione senza l’obbligo di patente nautica, ci siamo uniti ad un’altra famiglia conosciuta sull’isola e abbiamo fatto in circa 5/6 ore il giro di tutta l’isola due volte in due giorni diversi. E ci siamo resi conto che solo via mare ci si può godere con brevi soste, luoghi come il Faraglione di dietro l’isola, ammirare opere d’arte della natura come le Colate Stratificate di Punta del Formaggio e Cala delle Pietre Nere, e alcune calette e grotte lungo la selvaggia costa meridionale.
Consiglio: organizzate anche una sosta vicino all’area termale di Nikà che potete raggiungere a nuoto dalla barca.
Nella scelta se compiere il giro dell’isola in senso orario o antiorario affidatevi ai locali che affittano le barche che vi diranno, in base ai venti e alle correnti, quale tragitto è meglio percorrere. Con noi sono stati molto onesti nel consigliarci i giorni in cui il meteo era buono o meno per il noleggio.
Ricordate, anche se è ben spiegato anche al momento del noleggio, che essendo un’area di dissesto del P.A.I. bisogna stare sempre alla dovuta distanza dalla costa per le direttive emanate dalla vigente ordinanza della Capitaneria di Porto locale.
I controlli delle autorità durante la navigazione sono molteplici. A noi hanno fermato due volte su due giorni, ma avevamo tutto in regola.
Trekking ed escursioni a piedi
Tra le tante cose da fare e da vedere a Pantelleria ci sono anche luoghi storici e naturalistici dell’entroterra da raggiungere camminando. Noi, per scelta, avendo solo una settimana a disposizione in estate, abbiamo deciso di focalizzarci sulla parte marittima. Però l’isola è anche meta degli amanti dei trekking in salita vista mare. Infatti il punto più alto di Pantelleria è la Montagna Grande con la sua cima a 864m s.l.m.
Quest’isola è ideale per chi ama camminare tra natura incontaminata e viste mozzafiato su sentieri di montagna e strade sterrate. Luoghi perfetti anche per mountain bike.
Noi non possiamo esservi d’aiuto in questo caso, ,ma all’arrivo all’aeroporto potete chiedere una mappa al punto informazioni con l’elenco dei sentieri escursionistici più belli dell’isola con indicati lunghezza, dislivello e grado di difficoltà.
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